Nuove polemiche sul controllo delle frontiere nella UE per la crisi dei migranti
La recente crisi causata dall’ingente arrivo di profughi e migranti in Europa ha acceso nuove polemiche in merito alla possibilità di controllare o meno le frontiere dell’Unione.
Allo stato attuale molti ministri vorrebbero prolungare il blocco alle frontiere stesse, considerando la difficilissima situazione dal punto di vista umanitario e pubblico.
Un flusso imprevedibile e le reazioni dei vari ministri
L’incontrollato flusso di rifugiati sta accendendo moltissime preoccupazioni, che potrebbero portare a una ridiscussione dei trattati di Schengen per la libera circolazione.
Un politico Olandese, Klaas Dijkhoff ha dichiarato sulla questione “Il flusso senza precedenti di richiedenti l’asilo, che ha costretto gli stati membri ad adottare queste misure a livello nazionale, non è diminuito”.
IL No di Alfano per evitare lo sgretolamento dell’Europa
Il Ministro Degli Interni Angelino Alfano, nel corso degli ultimi summit a Bruxelles, ha dimostrato di essere ampiamente contrario al controllo delle frontiere e a una revisione del trattato di Schengen, per rendere più difficile la circolazione dei migranti all’interno dell’area UE.
Egli ha dichiarato ufficialmente “A tutti quelli che credono che per l’Italia la soluzione sia chiudere Schengen al di là dei principi generali, dico: ma si rendono conto o no che non possiamo mettere il filo spinato nel mar Mediterraneo e nemmeno nell’Adriatico e il danno economico sarebbe enorme ?”.
Una Grecia fuori dall’Europa ?
In questi ultimi vertici si è anche discusso della possibilità di estromettere la Grecia dall’area Schengen, per limitare ancora di più il flusso di clandestini, migranti e rifugiati. Ovviamente, questa proposta ha creato reazioni contrastanti.
Per esempio, il politico spagnolo Fernandez Diez ha pienamente bocciato questa idea per evitare un ulteriore isolamento di Atene, con evidenti ripercussioni sul piano economico e turistico.
Nello stesso tempo la dirigista e autoritaria Germania ha ribadito la sua intenzione di spingere la nazione ellenica a rispettare “i compiti” imposti dall’Unione e a non creare ulteriori problemi.
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